L’uncinetto ha una storia antica ed è molto difficile risalire alle origini di questa arte dato che gli esemplari antichi giunti sino a noi sono pochissimi. E’ certo che la tecnica dell’uncinetto era diffusa in tutto il mondo, dato che esemplari sono stati trovati in tutti i paesi di Europa ma anche in Africa, America e persino in Cina dove venivano create bambole tridimensionali.
Sembra che in Italia, attorno al XVI secolo, alcune laboriose suore iniziarono ad utilizzare dei filati molto sottili per la creazione di preziosi pizzi per i paramenti sacri. Solamente nel XIX secolo si iniziò ad usare i pizzi per adornare la biancheria della casa e per la biancheria intima.
Nella storia dell’uncinetto non si può dimenticare il contributo dato da due intraprendenti signore, sempre nel XIX secolo: Gray Porter che a Carrickmacross, in Irlanda, diede vita ad una specie di industria domestica per aiutare le famiglie più indigenti e Mrs. Hand che a Clones fondò un’azienda analoga. Ancora oggi questi pizzi sono conosciuti come pizzo di Clones e pizzo di Carrickmacross.
Famosissime sono le coperte “Old America”, composte da quadrati lavorati all’uncinetto con gli avanzi di lana, nate in America all’epoca dei pionieri, quando la lana scarseggiava. Con il tempo, nelle varie zone si sono sviluppati e perfezionati punti e tecniche di lavorazione particolari. Così ad esempio, il pizzo d’Irlanda, un lavoro all’uncinetto che imita preziose trine e che prende il nome dal paese dove è nato. Il pizzo d’Irlanda è una trina composta da motivi floreali, motivi a cerchi e motivi a ventagli che prendono rilievo su un fondo retinato con effetto di rombi, quadratini, foglioline, eccetera.
I merletti vengono poi rifiniti con preziose festonature ricche di pippiolini o di motivi vari. Questo tipo di trina ebbe un enorme sviluppo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 soprattutto tra le signore della borghesia che crearono preziosi colletti, guarnizioni e mantelline con i quali ornavano i loro abiti.
Vi è poi la trina di Orvieto, conosciuta anche con il nome di Ars Wetana, nata nella città omonima ad opera di un gruppo di nobildonne. Anche se ricorda molto il pizzo d’Irlanda, i motivi sono sempre ispirati alla tradizione italiana e si distingue dal pizzo d’Irlanda per la minuziosità dei particolari e per l’assenza di pippiolini. Il fondo di questo tipo di trina imita il tulle.
I lavori all’uncinetto si possono suddividere in due categorie ben distinte che prendono il nome dal tipo di uncinetto usato. Il più noto è il cosiddetto “uncinetto tedesco”, che prevede una lavorazione in soli giri di andata e che a sua volta si suddivide in uncinetto semplice, uncinetto a forcella, uncinetto friulano, uncinetto o pizzo d’Irlanda. L’altra categoria prende il nome dall’uncinetto tunisino che ha una lavorazione che prevede giri di andata e giri di ritorno.
(tratto da http://home.islandcrosstitch.altervista.org/uncin.htm)
Anna
Sembra che in Italia, attorno al XVI secolo, alcune laboriose suore iniziarono ad utilizzare dei filati molto sottili per la creazione di preziosi pizzi per i paramenti sacri. Solamente nel XIX secolo si iniziò ad usare i pizzi per adornare la biancheria della casa e per la biancheria intima.
Nella storia dell’uncinetto non si può dimenticare il contributo dato da due intraprendenti signore, sempre nel XIX secolo: Gray Porter che a Carrickmacross, in Irlanda, diede vita ad una specie di industria domestica per aiutare le famiglie più indigenti e Mrs. Hand che a Clones fondò un’azienda analoga. Ancora oggi questi pizzi sono conosciuti come pizzo di Clones e pizzo di Carrickmacross.
Famosissime sono le coperte “Old America”, composte da quadrati lavorati all’uncinetto con gli avanzi di lana, nate in America all’epoca dei pionieri, quando la lana scarseggiava. Con il tempo, nelle varie zone si sono sviluppati e perfezionati punti e tecniche di lavorazione particolari. Così ad esempio, il pizzo d’Irlanda, un lavoro all’uncinetto che imita preziose trine e che prende il nome dal paese dove è nato. Il pizzo d’Irlanda è una trina composta da motivi floreali, motivi a cerchi e motivi a ventagli che prendono rilievo su un fondo retinato con effetto di rombi, quadratini, foglioline, eccetera.
I merletti vengono poi rifiniti con preziose festonature ricche di pippiolini o di motivi vari. Questo tipo di trina ebbe un enorme sviluppo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 soprattutto tra le signore della borghesia che crearono preziosi colletti, guarnizioni e mantelline con i quali ornavano i loro abiti.
Vi è poi la trina di Orvieto, conosciuta anche con il nome di Ars Wetana, nata nella città omonima ad opera di un gruppo di nobildonne. Anche se ricorda molto il pizzo d’Irlanda, i motivi sono sempre ispirati alla tradizione italiana e si distingue dal pizzo d’Irlanda per la minuziosità dei particolari e per l’assenza di pippiolini. Il fondo di questo tipo di trina imita il tulle.
I lavori all’uncinetto si possono suddividere in due categorie ben distinte che prendono il nome dal tipo di uncinetto usato. Il più noto è il cosiddetto “uncinetto tedesco”, che prevede una lavorazione in soli giri di andata e che a sua volta si suddivide in uncinetto semplice, uncinetto a forcella, uncinetto friulano, uncinetto o pizzo d’Irlanda. L’altra categoria prende il nome dall’uncinetto tunisino che ha una lavorazione che prevede giri di andata e giri di ritorno.
(tratto da http://home.islandcrosstitch.altervista.org/uncin.htm)
Anna
3 commenti:
Affascinante la storia dell'uncinetto! E poi, dai che non sei vecchia! Vercingetorige? Era il gallo del Dinamite Bla di Disney...ciao da Arianna!
imparato molto
good start
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